LA MANO DI REGA
Marco Regazzi sarà alla guida tecnica della Virtus Imola anche nella stagione 2020/2021.
Prosegue senza indugi, dunque, il rapporto sigillato con la firma sul contratto un anno fa, all’alba del nuovo progetto societario.
Head coach di comprovata esperienza con numerose promozioni ottenute in carriera, con dna virtussino ed anima giallonera, Regazzi rappresenta la pietra d’angolo su cui verrà fondata la nuova Virtus.
“Rega” è già al lavoro da tempo per costruire il nuovo roster, in armonica collaborazione con il direttore sportivo Carlo Marchi, il vice allenatore Andrea Zotti ed il Consiglio Direttivo giallonero.
Dopo l’epocale decisione della Federazione di chiudere anticipatamente i campionati, annullando di fatto la stagione 2019/2020, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, la Società intende ripartire proprio dal progetto tecnico avviato un anno fa, alimentando l’entusiasmo di tutto l’ambiente.
Dello scorso campionato resteranno nella mente dei tanti tifosi gialloneri, le gesta dei ragazzi di coach Regazzi, capaci di conquistare un platonico 8° posto solitario al momento dello stop ufficiale, con la certezza di aver creato un buon gruppo sia a livello tecnico che umano, che è cresciuto mese dopo mese, per finire con l’etichetta di “mina vagante” del girone. L’Intech ha chiuso la stagione all’8° posto solitario a quota 18 punti, con 9 vittorie e 11 sconfitte, segnando 1484 punti e subendone 1547. Complessivamente, la prima Intech di coach Regazzi ha portato a referto ben 14 cestisti nella stagione ufficiale 2019/2020, con la conquista del 1° posto assoluto nella classifica marcatori da parte dell’ala croata Ivan Begic, fiore all’occhiello dell’ottimo lavoro svolto dallo staff tecnico e dalla squadra.
Negli occhi dei tifosi vive ancora l’esultanza di coach Marco Regazzi al PalaRuggi, a pugni alzati, sotto la curva dell’Armata Giallonera.
Mentre si attendono l’ufficialità delle date e dei regolamenti della prossima stagione, dunque, l’Intech getta le basi con il proprio coach per la stagione 2020/2021.
Marco Regazzi, ti ritieni soddisfatto della prosecuzione del progetto virtussino, in vista della prossima stagione?
“La soddisfazione è assolutamente totale. L’anno scorso ho preso un impegno di un certo tipo con idee condivise dalla Società. Perciò dobbiamo continuare i discorsi iniziali che erano fatti anche di obiettivi nel medio-lungo termine, con l’idea che a volte certi sogni si possono realizzare.
Io credo nel lavoro, credo nel fare le cose e con la Società stiamo cercando di dare un’identità positiva ed un binario ben definito al nostro progetto, andando avanti insieme in modo condiviso.
Sono qua e voglio rimanere qua per questi motivi”.
Un passo indietro: il 2019-20 non si è chiuso per via dell’emergenza sanitaria, ma la tua squadra stava viaggiando a ritmo playoff. A parte qualche piccolo inciampo, il cammino di quella Virtus si può definire assolutamente positivo, con tante soddisfazioni ottenute. Condividi?
“L’estate scorsa la squadra era data da tutti come una squadra che avrebbe trovato difficoltà nel salvarsi. E’ stata costruita alla fine del mercato, andando a prendere giocatori all’insegna di una gioventù che vuol dire aver unito l’assoluta inesperienza a certi livelli di diversi giocatori (che comporta errori e sbagli) e il tempo di cui necessita forzatamente questa crescita. Consapevoli di questa situazione siamo andati avanti a testa bassa e ci siamo tolti tante soddisfazioni, con un cammino molto positivo: abbiamo ridato entusiasmo ad una piazza che necessitava di entusiasmo.
La squadra ha stupito in positivo per il gioco espresso e per alcuni ragazzi che sono saliti alla ribalta tramite, appunto, il nostro gioco. In più, abbiamo lavorato con un budget che era inferiore alle stagioni precedenti, rispettando gli obiettivi di inizio stagione. Insomma, abbiamo centrato tutto quello che era nelle più rosee aspettative e nelle nostre migliori ambizioni”.
Alla ripresa dei lavori, c’è da costruire una squadra in grado di alzare l’asticella in vista del prossimo campionato. Anche se tutto è ancora incerto a livello di regolamenti e date, credi si possa fare un buon lavoro in questo periodo?
“Siamo partiti moderatamente nei tempi giusti con idee chiare, idee condivise, idee che sposano quella che è la filosofia nuova di questa corrente di pensiero societario, ovvero quella di fare bene, lavorare bene, mettendo a disposizione tutto lo staff per i giovani, per avere una squadra il più giovane possibile. Ovviamente cercheremo di condirla con qualche giocatore che dovrà essere il nostro faro.
Continueremo con la voglia di stupire, di giocare per i tifosi e per la gente, perchè questa squadra dovrà giocare in un certo modo, dovrà giocare per i tifosi, cercando di mettere in campo quell’anima “vecchio stampo” che impone l’essere giallonero e l’essere della Virtus. Cioè mostrare la passione, la voglia di dare tutto in campo, mettendoci la faccia per onorare la maglia.
Aspettiamo la composizione del girone, delle regole e di tutto quello che sarà l’iter organizzativo, quindi cercheremo di allestire l’idea di squadra che abbiamo in mente io, Carlo Marchi e Andrea Zotti”.
Nelle tue parole in giallonero, i tifosi non mancano mai. Con loro hai un rapporto speciale:
“Mi sembra scontato voler salutare i tifosi. Io vivo e la mia squadra vive per dare estasi e per dare gioia ai tifosi. Credo che tutti i ragazzi che vengono a giocare alla Virtus, sanno bene che qua ci aspetta questa cosa bellissima che è giocare per un pubblico che ci segue sempre e che, sia nella gioia che nei dolori, ha sempre mantenuto la propria identità, cioè incitare i propri giocatori. Io e i miei ragazzi dobbiamo sempre dire grazie a queste persone e faremo di tutto per regalargli qualcosa di bello e di positivo”.