JACOPO SOLIANI: “MI METTO IN GIOCO”
Il talentuoso Jacopo Soliani è un nuovo giocatore della Intech Virtus Imola, in vista della stagione agonistica 2022/2023.
Play/Guardia in uscita dalla Pallacanestro Reggiana di serie A1, classe 2003, è uno dei giovani talenti che si sono messi in luce nell’ultimo biennio in maglia Unahotels, nei campionati Under 19 e Next Gen Cup. Senza dimenticare le annate in Eccellenza delle varie categorie U15, U16, U18. Può essere considerato un vero e proprio prodotto del lavoro di coach Andrea Menozzi che lo ha formato anche a livello mentale, preparandolo a palcoscenici importanti.
Compagno di squadra del già giallonero Riccardo Carta, condivide con lui la passione per lo studio ed il basket, oltre a presentarsi alla loro prima esperienza in un campionato da senior.
Per Soliani qualche minuto in serie A1 e diverse convocazioni con la prima squadra, con l’apice raggiunto con la partecipazione a gara-2 di semifinale playoff di Olimpia Milano-Reggio Emilia, al Forum di Assago.
A Imola il (probabile) salto di qualità, prendendo confidenza con una categoria ed un livello che potranno essergli utili nella carriera. Dal canto suo, un grande desiderio di lavorare e di migliorare per sè e per la squadra che ha creduto in lui.
Jacopo Soliani, benvenuto alla Intech Virtus Imola. Arrivi sulla sponda giallonera per lanciare la tua carriera a livello senior. Quali prospettive ti poni?
“Arrivo molto carico a questo primo vero anno Senior con Imola. Il mio obiettivo, comune a quello degli altri anni, sarà di riuscire ad apprendere più cose possibili dai giocatori più esperti della squadra e dallo staff; dal punto di vista personale cercherò quindi di mettermi in gioco per imparare a crescere ancora. L’obiettivo di squadra, soprattutto perché molto giovane, sarà quello di essere il più competitivi ed affamati possibile per riuscire a portare avanti una stagione solida”.
A Imola porterai la tua esperienza biennale nell’allenamento quotidiano con professionisti, anche stranieri, di alto livello. Cosa ti porterai dietro di quella esperienza?
“La grande fortuna di fare allenamento con i professionisti della Serie A mi ha lasciato molto, sia da un punto di vista sportivo sia da uno prettamente umano. Ciò che sono fiero di aver “rubato” ai più grandi è la capacità di adattarmi alle diverse situazioni che si possono affrontare durante una partita, oltre alla necessità di farmi trovare sempre pronto a mettere più energia degli altri nel tempo in cui venivo impiegato”.
Sei sceso in campo in serie A1 con Reggio Emilia. Quali emozioni hai provato?
“Premetto che entrare al Forum in occasione di Gara 2 dei playoff è stata una vera e propria consacrazione per me. A primo impatto, ricordo ancora le emozioni che mi hanno pervaso prima e, soprattutto, durante quei minuti di gioco: tanta adrenalina ma anche tanta pressione. È stata a tutti gli effetti la realizzazione di un sogno che ho sempre avuto da bambino e la conclusione di un percorso meraviglioso durato tutta l’ultima stagione”.
Quali sono le tue caratteristiche principali e, invece, gli aspetti in cui devi migliorare?
“Mi piace molto definirmi un playmaker per come mi sento di vivere la pallacanestro, nonostante mi trovi bene a giocare anche da guardia. A mio favore punterei sulla comprensione dei ritmi e delle situazioni di gioco e, sicuramente, sulla grande energia che posso mettere in campo; implicito il fatto che debba migliorare su tanti aspetti, anche se il mio focus sarà prevalentemente quello difensivo”.
Quali sono le altre esperienze del passato che ritieni siano fondamentali per la tua carriera?
“Penso che la mia crescita sia proseguita in modo progressivo, soprattutto grazie alle grandi delusioni e sconfitte ed alla fiducia riposta nel lavoro svolto per diventare migliore. Motore che sono sicuro mi abbia guidato in tutto il percorso è la forte competitività di cui vado molto fiero”.
Insieme al tuo compagno (vecchio e nuovo) Riccardo Carta, sei un esempio da sottolineare per chi vuole coniugare la propria passione per il basket e lo studio. Quale fatica e quali soddisfazioni hai incontrato in questi anni?
“Inizio con il fare i complimenti a Riccardo e a tutti gli altri miei colleghi che riescono a portare avanti le due cose con grande serietà e, continuo, affermando che per me è motivo di grande orgoglio essere una “bandiera” di questa duplice attività sportiva e scolastica. La fatica, perlomeno dal mio punto di vista, sta proprio nell’abbracciare la propria fatica e stanchezza con l’obiettivo di arrivare ad un buon risultato; la soddisfazione più grande è stata quella di riuscire a chiudere il mio percorso di scuola superiore, superando le mie aspettative degli anni precedenti”.
A chi ti ispiri come cestista?
“Vivendo da quando sono piccolo insieme alla pallacanestro ho continuamente giocatori a cui mi ispiro per tante piccole cose diverse; tra i miei prediletti sicuramente Nick Calathes, Sergio Rodriguez, Milos Teodosic e Kostas Sloukas. Anche se i giocatori che ammiro maggiormente sono quelli con cui ho potuto confrontarmi in allenamento: Andrea Cinciarini, Peppe Poeta e Leonardo Candi”.
La Intech avrà un fulcro di nuovi atleti particolarmente giovani, tutti con ottime caratteristiche tecniche e tutti sulla rampa di lancio. Siamo pronti a far partire il razzo?
“Siamo molto pronti, non vedo l’ora di iniziare e di collaborare con i miei compagni e allenatori per accendere quella miccia!”
Al di fuori del basket, cosa ti appassiona?
“È difficile trovare una mia vita al di fuori dal basket, perché vivo continuamente di pallacanestro, anche quando non sono io a dover scendere in campo: mi piace molto guardare le partite di Eurolega e di Serie A. Una mia grande passione è la fotografia e l’arte: mi piace viaggiare per conoscere posti nuovi e visitare mete culturali. In secondo luogo mi appassiona molto la letteratura italiana e straniera, soprattutto quella inglese”.