L’INTERVISTA ROVESCIATA
Il mondo Virtus Imola è un mondo a sé, che vive su binari diversi rispetto agli altri. E per mantenere acceso il legame tra tifosi e giocatori, lo staff dell’area comunicazione ha deciso di metterli ufficialmente in collegamento con una spettacolare “intervista rovesciata”.
Abbiamo proposto a diversi tifosi dell’Armata Giallonera di porre una domanda a due elementi della squadra, dello staff tecnico e/o dirigenziale (scelta affidata al sorteggio). Ne è uscita un’intervista intensa, pazzesca, ricca di spunti e particolarmente interessante, con cui gli intervistati hanno aperto le loro emozioni e i loro pensieri.
Questo è il nostro regalo di BUON ANNO 2023 ! ! ! ! !
Prendetevi qualche minuto per assaporarvela con calma questa intervista, magari gustandovi al contempo la “VIRTUS BEER” edizione 2022/23 ed ascoltando come sottofondo l’inno ufficiale “SHOT VIRTUS” di Bronny K.
STEFANO LORETI, Presidente
Patu: Pres, sta finendo un anno, il 2022, direi irripetibile con la promozione in serie B, la vittoria +19 nel derby, una classifica invidiabile ed una organizzazione societaria diversa rispetto a qualche tempo fa con i preziosi innesti di Gabriele Torreggiani, Luca Scala, Simone Corazza, oltre allo staff comunicazione guidato dal confermatissimo Carlone Dall’Aglio. Questa organizzazione resterà anche in un’eventuale futura B2 o solo se si resterà in B1?
Stefano Loreti: “Caro Patu, il 2022 per la Virtus Imola resterà l’ANNO DEGLI ANNI… penso proprio irripetibile… nel 2023 spero vivamente che il trend venga mantenuto e sognare il 4° posto non costa nulla. L’assetto societario attuale che ci ha fatto fare veramente un notevole salto di qualità da moltissimi punti di vista, per la stagione 2023/24 non vedrà modifiche, al massimo qualche miglioramento”.
Lep sr: Pres ti vorrei chiedere se ad inizio campionato ti saresti mai aspettato di avere questi punti a Natale?
Stefano Loreti: “Ciao Luca, in estate i ben informati ci davano tutti in ben altra posizione. Non mi aspettavo una classifica del genere e se penso alle sconfitte contro Ancona e Fiorenzuola mi “viene male”… Alla ripartenza ci aspetteranno 6 partite dove capiremo se il 4° posto è un miraggio oppure no”.
JACOPO AGLIO
Fede: Cosa si prova ad essere il capitano di questa grande Virtus Imola?
Jacopo Aglio: “E’ davvero bello essere il capitano di questa Virtus. È un motivo di orgoglio, soprattutto l’aver fatto parte di quello che è stato il successo dell’anno scorso e, poi, di questo inizio di stagione in cui siamo partiti subito col piede giusto. Quindi, sono molto contento e molto orgoglioso di essere il capitano”.
Moro: La Virtus ha stupito tutti con questo inizio di campionato. Una squadra giovane e poco esperta, che se la gioca alla pari con tutti e che si ritrova da matricola al quarto posto in B a due giornate dal termine del girone di andata. Volevo chiedere al capitano, da vero uomo spogliatoio quale sei, il segreto dietro a questi risultati e dove può, secondo te, arrivare questa squadra?
Jacopo Aglio: “Il segreto di questi risultati è lavorare intensamente in palestra, creare un bel gruppo come quello che si è creato all’interno dello spogliatoio e trovare la chimica giusta tra i giocatori. Così si arriva a questi risultati. Dopo di che, quello che sarà il futuro, ce lo dirà il campo. Noi continuiamo a lavorare come abbiamo fatto fino adesso e quando sarà fine aprile, al termine della stagione regolare, vedremo dove sarà arrivata questa Virtus. Per ora gli obiettivi sono quelli di agosto”.
RICCARDO CARTA
Minga: Com’è nata la tua passione per il basket? Dalle prime partite nel minibasket alla convocazione in nazionale, emozioni?
Riccardo Carta: “La passione è nata fin dalle elementari, dopo aver partecipato ad alcuni allenamenti di basket proposti nella mia scuola. In seguito mi sono sempre più appassionato a questo sport, grazie alla possibilità di sfogo che mi ha offerto, perchè ero un ragazzino molto vivace e avevo un gran bisogno di correre. Grazie ai bei gruppi squadra e agli ottimi allenatori che ho trovato di anno in anno, la mia vita, grazie al basket, è stata un crescendo di opportunità, a partire dalle prime selezioni provinciali, poi regionali e infine nazionali, per arrivare ad un interessamento da parte di alcuni club di Serie A, per mezzo dei quali, con grande impegno e spirito di sacrificio, ho proseguito il mio percorso di crescita sportiva e personale”.
Corrado: Cosa si respira in Nazionale?
Riccardo Carta: “In Nazionale si respira la stessa aria pura che si trova sulla cima di una montagna. L’adrenalina è molta, perchè ci si rende conto di essere in un posto esclusivo, dove pochi prescelti hanno la perseveranza e la fortuna di arrivare. Nonostante questa non sia la mia prima convocazione in Nazionale, lo spirito e l’entusiasmo con cui ho affrontato questi allenamenti, è stato sempre votato al massimo impegno”.
MARCO MORARA
Turro: Morris, ormai terminato il girone di andata si può dire che la sorpresa del girone D, per ora, è la Virtus Imola. Secondo te, il girone di ritorno potrà essere molto più difficile, in quanto le altre squadre cercheranno delle contromisure al nostro stile di gioco? Quanto sarete importanti tu e Tommasini, essendo i due con maggior esperienza in B o addirittura in A2, nel tenere unita la squadra e consigliare i ragazzi alla prima esperienza in B, nei momenti di difficoltà?
Marco Morara: “Ciao Turro, grazie per la domanda. Come dici te, siamo una sorpresa, abbiamo fatto una buona prima metà di campionato, credo sia frutto della voglia di dimostrare di tutti quanti: staff società e giocatori. La fame c’è. La seconda metà sarà sicuramente più difficile, le squadre avversarie ci prenderanno le misure e avranno nuovi assi nella manica, quindi sarà tutto in salita. Però, visto che di solito si ha un leggero calo fisico, dobbiamo essere bravi a tenere il serbatoio pieno e continuare a giocare sui 40 minuti, portandoci dietro la chimica di squadra che abbiamo nello zaino dall’inizio, ovvero l’incitamento, il rispetto reciproco e l’accettazione delle scelte di tutti. Questo ci dà solidità di squadra, capacità di fare break decisivi e di avere continuità fino in fondo. Io e Claudio (Tommasini, ndr) abbiamo qualche anno di categoria alle spalle e gli altri no. Ma non credere che siano impreparati e non in grado di fare le scelte giuste. Come hai visto anche tu ci sono stati tanti momenti decisivi risolti dagli altri, direi anche la maggior parte. Sicuramente facciamo da collante, ma sono tutti pronti per la categoria”.
Pastro: Morris, avendo vissuto le 2 sponde del tifo Imolese cosa ti ha colpito di più del tifo dei 2 gruppi organizzati? Cosa hai provato durante il derby?”
Marco Morara: “Ciao Pastro, bella domanda. Avendo giocato in tutte e 2 le squadre posso dirti che sono tifoserie calde, con un grande attaccamento alla propria maglia. È normale che con il salire di categoria il numero dell’Armata Giallonera sia cresciuto e mi ha molto sorpreso il vostro seguito alle partite in trasferta. Siete veramente partecipi alla “vita” di squadra. Al contrario l’Onda D’Urto ha già un bel gruppo di tifosi, sempre caldi e si può percepire che vengono da categorie superiori, alle volte sono molto creativi. Devo però ammettere che quando poi si gioca, quello che succede sugli spalti me lo perdo spesso. Diciamo che la mia concentrazione è tutta per il rettangolo di gioco. Nel derby grandissime emozioni, tantissima gente e grande battaglia sugli spalti. Tanto di cappello a tutte e 2 le Società che hanno organizzato una grande giornata di sport. Mi aspetto che al ritorno ci sia lo stesso afflusso, se non meglio, grosse coreografie e tantissimi cori. Sono sicuro che sarà fantastico”.
ALESSANDRO ALBERTI
Gara: Ale, il tuo infortunio ti permetterà di riprendere a giocare questa stagione?
Alessandro Alberti: “Purtroppo le tempistiche ancora non sono del tutto chiare, il mio intento é sicuramente quello di provare a rientrare il prima possibile. Valuteremo più avanti come sta il ginocchio e se sarà possibile rientrare prima del previsto. Io ci spero”.
Michele: Ale, come procede la convalescenza? Quanto vorresti essere in campo coi tuoi compagni in un avvio di stagione di questa caratura?
Alessandro Alberto: “Molto bene, sta andando tutto secondo i piani per il momento. Tra poco farò alcuni test che mi faranno capire a che punto sono del lavoro. La voglia di giocare é tanta, ma soprattutto di tornare a farlo con questa squadra non vedo davvero l’ora. Vorrei poter dare il mio contributo sul campo e non più dagli spalti”.
FRANCESCO MAGAGNOLI
Andrea: Cosa significherebbe per te e per la squadra l’eventuale posizionamento dentro ai primi 4 posti al primo anno in serie B?
Francesco Magagnoli: “Sarebbe un sogno, senza dubbio, però, è presto per guardare al posizionamento in classifica. Dobbiamo pensare ad una partita alla volta, poi, quando arriverà il momento, alzeremo la testa e vedremo il risultato del nostro lavoro”.
Pastro: Maga, c’è una partita in maglia Virtus che ti è rimasta maggiormente nel cuore e perché?”
Francesco Magagnoli: “Beh sicuramente la vittoria che ha decretato la promozione in serie B! Soprattutto visto quanto la città ci tenesse a questo traguardo. Poter condividere con voi questo momento rimarrà senza dubbio impresso nel mio cuore”.
ANDREA NERI
Fede: Andrea, qual è la tua più grande aspirazione nel mondo del basket?
Andrea Neri: “La mia più grande aspirazione nel basket è migliorarmi ogni giorno e fare della mia passione ciò che farò nella vita”.
Lep jr: “Giocare in una squadra professionistica comporta fare dei sacrifici? Se sì, quanto hanno inciso sulla tua vita al di fuori dello sport?
Andrea Neri: “Riesco ad organizzarmi con gli impegni sportivi e il tempo libero abbastanza bene, perciò non devo fare grossi sacrifici. Il mio obiettivo è solo quello di mettere sempre costanza e impegno nel lavoro in palestra”.
SIMONE CORAZZA, Team Manager
Falco: È stato complicato costruire un roster di questo calibro?
Simone Corazza: “Direi che le idee del roster fin dal principio siano state molto chiare da parte del coach e siano state messe in pratica molto bene da parte del D.S. Carlo Marchi e da tutta la società! Grosse difficoltà non ci sono state, è fluito tutto molto liscio! Le pedine sono state scelte molto accuratamente con (sicuramente) qualche scommessa; però, tutti stanno tirando fuori cose ottime, lavorando duro ogni giorno”.
Corrado: Di soddisfazioni ce ne state offrendo già tante. Secondo te la Virtus Imola dopo questo avvio di campionato sarà presa in considerazione da parecchi giovani per venire a crescere?
Simone Corazza: “Penso che sicuramente il mondo Virtus Imola, per ciò che stiamo facendo vedere dentro e fuori dal campo, sia un ottimo ambiente per i giovani dove poter crescere! Il lavoro è tanto e lo si svolge sempre duramente, seguendo tutto lo staff tecnico che ci mette voglia, passione e tanta esperienza tecnica. Questo fa sì che i ragazzi giovani siamo attratti da un ambiente così perché rappresenta per loro una importante rampa di lancio!”
JACOPO SOLIANI
Firu: Jacopo, com’è giocare sotto la spinta dell’Armata nel derby?
Jacopo Soliani: “Ciao Firu, grazie per la domanda. Premetto che già giocare un derby storico, con un palazzetto pieno di persone che incendiano l’atmosfera è veramente emozionante. Quella del derby è stata una prestazione eccezionale, personale, di squadra e del popolo giallonero. Non c’è stato un momento in cui non si sia sentita l’Armata cantare a squarciagola per spingerci alla vittoria finale. E il derby è stato l’apoteosi dell’amore che percepisco e che percepiamo come squadra a tutte le partite, perché ciò che i tifosi ci stanno dimostrando è impagabile. In termini di attaccamento alla maglia, di fede, di coesione, non ho mai assistito ad uno spettacolo tanto affascinante e devo ammettere che io non ho mai apprezzato le curve prima di quest’anno. Io, nel mio piccolo, ho dedicato all’Armata Giallonera la tripla finale del derby, perché la carica che mi avevano dato era troppo grande per rimanere solo dentro di me: era come se lo dovessi ad ognuno dei tifosi”.
Nico: E’ stato difficile creare questo gruppo, anche visto i diversi acquisti che si sono realizzati in estate?
Jacopo Soliani: “Ciao Nico, ti ringrazio per la domanda. Guarda, in realtà creare il gruppo non è stato molto complesso. Innanzitutto è stato molto piacevole vedere che, mano a mano che il roster si stava completando, si continuavano ad aggiungere ragazzi giovani o esordienti in campionato: questo ha fatto in modo che si creasse un gruppo fresco, carico e spinto da una voglia comune, ovvero quella di dimostrare di essere all’altezza di questo campionato. Proprio questo ha permesso di formare un gruppo che è davvero ben amalgamato, dentro e fuori dal campo che, a parer mio, è una caratteristica fondamentale. In definitiva no, non penso sia stato complesso creare il gruppo, perché, come ti dicevo prima, abbiamo capito che tutti avevano qualcosa da dimostrare: questo ci ha unito; con il passare del tempo si è imparato a conoscersi meglio (dentro e fuori dal campo) ed a capire meglio le gerarchie che sono fondamentali per formare un gruppo rodato”.
CARLO MARCHI, Direttore Sportivo
Fiore: Le tue considerazioni su questa prima parte della stagione a livello sportivo? Hai percepito questo rinnovato entusiasmo, che si respira in città, per i colori gialloneri?
Carlo Marchi: “Sono molto soddisfatto sia a livello di risultati che a livello di entusiasmo che si è creato nuovamente attorno alla famiglia della Virtus Imola. E questo è merito di tutti, dallo staff tecnico ai giocatori e sicuramente anche alla Società”.
Moro: Possiamo dire che se è vero che molti dei nostri giocatori si affacciano quest’anno per la prima volta alla serie B, anche tu “Carletto” ti puoi definire un “esordiente” in questa categoria nei panni di direttore sportivo. Volevo sapere quali sono le differenze principali che hai riscontrato tra il mercato di serie C e di serie B e se secondo te, alla luce dei grandi progressi che i giovani ragazzi arrivati quest’estate stanno facendo, la Virtus Imola possa diventare una piazza appetibile per le grandi squadre per far crescere i propri prospetti in futuro?
Carlo Marchi: “Sì, è vero, da D.S. è la prima esperienza in un campionato di B nazionale e per quanto mi riguarda posso affermare che questa categoria è tutta un’altra cosa, anche e soprattutto a livello di richieste economiche. Ma ci sono anche dei vantaggi, senza dubbio. Per i giocatori giovani, infatti, si può contattare e collaborare con Società importanti a livello nazionale. E, da come stiamo lavorando con questi giovani, ci potrebbero essere delle buone possibilità di continuare su questa strada. C’è da dire che anche i giovani che son arrivati quest’anno, penso che si trovino talmente bene che non possano far altro che parlare bene della nostra Società, quindi, questo potrebbe essere un bel vantaggio per la Virtus del futuro. In ultimo, sottolineo come in un campionato nazionale come la serie B, i procuratori tengono certamente più in considerazione la Società e il direttore sportivo. E questo mi piace molto”.
GABRIELE PELLEGRINI
Andrea: Vista la tua giovane età, come hai vissuto questi mesi in giallonero sia nell’ambiente (città e squadra) che nel campionato che è molto competitivo?
Gabriele Pellegrini: “Allora Andrea, questi mesi mi sono serviti per crescere sia come giocatore che come persona fuori dal campo, ho trovato un ambiente davvero adatto alla crescita per ragazzi giovani come me nonostante il campionato richieda un certo livello di competitività”.
Baro: A che età hai cominciato a giocare? Dopo questa esperienza alla Virtus Imola quali sono i tuoi progetti nel basket?
Gabriele Pellegrini: “Ho iniziato a giocare a basket quando avevo 4 anni: questa palla a spicchi è diventata parte importante della mia persona e ho scelto di scendere di categoria per poi in futuro ridare uno slancio alla carriera e riprovarci”.
ANDREA ZOTTI, Assistant Coach
Nico: Ti aspettavi questo inizio di stagione da parte della Virtus da neopromossa?
Andrea Zotti: “Penso che a inizio stagione, fin dal primo giorno, si è percepito un grande entusiasmo e voglia di lavorare da parte di tutti, per cui i segnali per fare un inizio positivo erano a mio avviso evidenti. La dirigenza ha fatto poi un vero colpo nell’aggiungere Tommasini, un giocatore non solo talentuoso a livello individuale, ma anche in grado di far crescere tutti gli altri e, sia chi è rimasto, sia chi è arrivato, sta dimostrando tutto il suo valore, grazie anche a coach Regazzi, che nel far migliorare i suoi giocatori, è davvero un maestro. Poi è chiaro che siamo andati oltre le aspettative, anche se potevamo, con un pizzico di fortuna, avere addirittura qualche punto in più: non sarebbe stato uno scandalo”.
Lep jr: Come si prepara una partita difficile come il derby?
Andrea Zotti: “Il derby è ovviamente una partita speciale e prepararlo è stato complesso, perché tutti noi dello staff abbiamo cercato di studiare l’avversario in maniera ancor più approfondita del solito. Poi abbiamo vissuto una settimana davvero allucinante, con l’infortunio di Mladenov, l’influenza di Aglio e Morara e quella altrettanto pesante del coach. Io e Mauro abbiamo quindi dovuto fare gli straordinari e neanche noi stavamo benissimo, senza contare la pressione che una partita del genere comporta nell’attesa che si giochi. Tuttavia motivare i ragazzi a questi eventi è molto semplice, tutti loro volevano essere in campo e giocare alla grande e credo che rivedere il loro coach resuscitato per il giorno della partita, sia stato, a livello emotivo, una spinta pazzesca a dare tutto e direi che sul parquet si è visto, siamo andati davvero oltre i nostri limiti e anche grazie a un pubblico stellare, davvero una delle più belle sensazioni che ho avuto la fortuna di provare nella mia vita sportiva”.
LUCA GALASSI
Patu: Gala, durante ogni partita, a cominciare dal riscaldamento, sentite dal campo l’appoggio dell’Armata Giallonera e cosa ne pensi te personalmente?
Luca Galassi: “Sicuramente già dal riscaldamento si inizia a sentire eccome, con l’inizio dei primi cori, il calore e la carica dell’Armata Giallonera. E penso che, fino ad ora, a mani basse, sia la tifoseria più spettacolare della serie B, perché veramente non ci fate mai mancare il vostro supporto. Siete di un’educazione e di una sportività veramente non indifferente e ci tengo a sottolinearlo: siete veramente fantastici ragazzi!”
Turro: Volevo sapere quanto è stato importante il finale di stagione dell’anno scorso, dove spesso sei stato l’uomo decisivo anche nelle partite dei playoff, nella crescita spaventosa avuta in questo tuo inizio super di stagione? Quanto è stato importante avere continuato questo percorso con Regazzi?
Luca Galassi: “Sicuramente aver finito nel migliore dei modi l’anno scorso ha dato una mano, per forza di cose, nel partire forte anche quest’anno. Sinceramente e molto onestamente, non mi aspettavo neanch’io di avere un impatto così immediato in serie B, perciò sono molto contento e continuerò a lavorare tutti i giorni per migliorare un pochettino alla volta, giorno dopo giorno. L’aver continuato questo percorso con il coach penso sia stato fondamentale. Regazzi mi ha preso un po’ sotto la sua ala e mi sta aiutando quotidianamente, ma è un percorso già iniziato l’anno scorso, appunto. Veramente un percorso di crescita personale, tecnica che difficilmente potrei trovare in giro, quindi mi ritengo molto fortunato. Infatti ci tengo a ringraziarlo personalmente perché è una brava persona prima che un buon coach. E’ veramente una brava persona e mi sta aiutando a crescere ogni giorno: son contentissimo di questo percorso che stiamo facendo assieme”.
MAURO ZAPPI, Assistant Coach
Wolly: Ciao Maurino, con te siamo ripartiti da zero in prima divisione, ora ti ritrovo come allenatore in serie B: come ti trovi a livello umano e professionale in questa Virtus?
“Wolly, l’emozione e’ doppia. Vado indietro di tanti anni e ripenso alla finale vinta davanti a 250 tifosi che seppur in prima divisione gioivano e festeggiavano. Io c’ero, Ero il capitano di quella squadra e fu una grande gioia ed emozione contribuire alla rinascita della Virtus. Sedersi su questa panchina oggi e’ un cerchio che si chiude. Ricordo un film di qualche anno fa “Sliding doors”. La vita umana e professionale del protagonista cambiava in base alle scelte fatte. Oggi la mia “sliding door” si chiama Virtus Imola. Non avrei potuto aprire una porta migliore. Qui ho trovato tutto. A livello umano e’ una grande famiglia composta da persone vere. E a livello professionale un club che eccelle in ogni sua parte per organizzazione e serietà dove la società non ti fa mancare nulla e ti permette di lavorare al top. Tutto ciò che mi mancava e che ringrazio ogni giorno di aver trovato”.
Franco: Gli ultimi mesi, per te, sono stati ricchi di stravolgimenti sia positivi che dolorosi. Avrai notato la vicinanza dei tifosi?
“Franco, hai ragione, una centrifuga di emozioni. In ogni singolo momento, fin dal primo giorno del mio ritorno in Virtus, ho sentito la vicinanza dei tifosi e dell’Armata Giallonera. Ho ritrovato tanta gente con cui avevo già condiviso momenti di gioia e belle emozioni. E ne sto scoprendo tante altre. Il calore e l’affetto di tutti mi hanno fatto vivere ogni momento con grande serenità e carica. Tifosi così, sono sincero, non mi era mai capitato di trovarli. Non potevo chiedere di meglio. Sono nel posto giusto, al momento giusto. E spero che duri per tanto tempo”.
GABRIELE TORREGGIANI, Direttore Generale
Firu: E’ bello che tu sia qua e grazie del lavoro che stai facendo. Ti aspettavi un entusiasmo così e risultati del genere?
Gabriele Torreggiani: “Intanto ti ringrazio per le belle parole in premessa. In questi anni ho sempre seguito la Virtus e sono venuto a vedere diverse partite, perché qui ho amici sia nella Società che in squadra. Ho sempre apprezzato l’affetto e la vicinanza dei tifosi ai colori gialloneri, pertanto mi aspettavo che con la serie B l’entusiasmo della tifoseria non solo venisse confermato ma sarebbe cresciuto, come in effetti è accaduto. Quando inizia una nuova stagione c’è sempre positività e aspettative, ma devo ammettere che fino ad ora la squadra e lo staff hanno ottenuto risultati maggiori di quanto potessi immaginare, tutti ampiamente meritati sul campo, anzi abbiamo addirittura qualche rammarico per un paio di partite che avevamo già vinto ed invece, come può accadere nel basket a certi livelli, abbiamo perso per un paio di episodi. Il cammino per raggiungere l’obiettivo è ancora lungo e pieno di insidie, lo raggiungeremo solo se riusciremo a restare lucidi e concentrati fino a Giugno, fino all’ultimo secondo dell’ultima partita”.
Franco: Chi o cosa te lo ha fatto fare di entrare in VIRTUS Imola?
Gabriele Torreggiani: “È stato prevalentemente un mix di 2 fattori; l’amicizia e la stima che ho in Carlo Marchi e la voglia di cercare nuove sfide che mi dessero nuovi stimoli. Con Carlo c’è sempre stato negli anni un rapporto di stima sincera che ci portava spesso a confrontarci sulle tematiche relative ai campionati, ma anche sui giocatori. Dopo gara 1 contro Ferrara ci siamo fermati a scambiare due parole e mi sono fatto sfuggire che stavo pensando di uscire da Ozzano dopo 22 anni, lui mi ha subito detto che se dicevo sul serio e si fosse saliti in B, mi avrebbe convinto a venire alla Virtus. Nei giorni successivi ho ricevuto diverse proposte da Società di B e anche una di A2, ma il mio intuito e il mio cuore mi dicevano che dovevo aspettare di parlare con la Virtus ed una volta vinta la finale per la B, ci abbiamo messo niente ad accordarci sia perché sentivo fosse la scelta migliore per me, sia per Carlo, sia per il Presidente Stefano Loreti, persone oneste, leali, competenti e appassionate. Infine mi accompagnava un sogno, rivedere e rivivere al PalaRuggi quelle domeniche che da ragazzino ho vissuto quando venivo da semplice appassionato e amante del basket, con gli spalti pieni e il popolo giallonero che riempiva le tribune con un tifo, una sportività, un calore che solo voi sapete fare e perché dopo tanti anni di “magoni”, meritate di togliervi molte, moltissime soddisfazioni e qualche sassolino dalle scarpe. Già quest’anno, soprattutto il 4 dicembre, qualcosa vi è stato ridato indietro, ma lavoreremo perché questo sia solo un buon inizio. Ai tifosi e in particolare a voi dell’Armata Giallonera dico grazie di esistere, di sostenermi e di avermi da subito fatto sentire a casa”.
MARCO REGAZZI, Head Coach
Geppo: Tra i tifosi sono stato uno dei pochi ad essere convinto che tu avresti riportato la Virtus dove merita. Quanta soddisfazione questa serie B?
Marco Regazzi: “Io sono sempre stato convinto che il lavoro paga. Sapevamo che sarebbe stato un percorso di tre anni tortuoso, che iniziava, sicuramente, molto in salita, visto il rifacimento della società e i cambiamenti societari. Era un po’ anche una scommessa che mi sono fatto tre anni fa insieme a Carlo Marchi, dove ci eravamo dati, appunto, tre anni per riuscire in quella che era un’impresa visti questi 17 anni di mancanza dalla serie B e visto quello che era successo negli anni precedenti. Per cui c’era voglia e desiderio di far bene. Ci si è andati vicini (molto vicini, ndr) già al secondo anno, perdendo la finale in campo neutro in un modo che mi ha dato molto fastidio per tutto il contorno che ci fu a quella partita. Diciamo che c’era il sapore di sfida nel cercare di arrivare e di riuscire laddove in tanti avevano sbagliato o, comunque, non erano riusciti a ottenere l’obiettivo. Quindi sicuramente son stato molto soddisfatto di essere tornato a Imola, in un contesto in cui si stavano plasmando tante scelte non solo a livello di giocatori, ma anche a livello societario, di immagine e di metodologie. Riportare la Virtus in serie B dopo tanti anni, dopo tanti fallimenti sportivi, dopo tante “sfighe” e tante finali perse, la considero la consacrazione della mia piccola carriera, perchè avevo vinto fuori da Imola, a Castel San Pietro e in un altro posto difficilissimo dove vincere, ovvero a Faenza con grandissime pressioni da sempre. La vittoria con la Virtus la ritengo quasi fiabesca ed una grandissima soddisfazione e felicità soprattutto per i tifosi che aspettavano questo risultato da tanto, troppo tempo”.
Michele: Rega, ad inizio stagione pensavi di poter raggiungere questi risultati a metà campionato o è andato tutto oltre le aspettative? Dove arriverà questa Virtus?
Marco Regazzi: “Ad inizio stagione non avevamo aspettative particolari e ancora adesso stiamo vivendo giornata per giornata. Penso che sia un po’ il motivo per cui diamo sempre il 100% in ogni partita. Le aspettative sicuramente a inizio anno potevano essere alte o basse, un po’ dipende dai punti di vista. Sicuramente all’interno della Società c’era la speranza di fare un buon campionato come è giusto che sia, ma le aspettative degli “addetti ai lavori” non erano quelle, ma neanche lontanamente. Io non avevo aspettative particolari, nel senso che vivo molto alla giornata come ho detto nel senso che, per me, son tutte partite che si giocano per vincere, si giocano per migliorarsi e per imparare qualcosa. Avevo idea di fare un qualcosa di grande insieme allo staff Mauro Zappi e Andrea Zotti che sono parte integrante della squadra. Ovviamente avevamo voglia di fare una squadra lunga, abbiamo avuto un percorso anche difficoltoso, con (subito) l’infortunio, di Alberti che ci ha enormemente condizionato. Poi è arrivato Tommasini, che ci ha equilibrato dal punto di vista di esperienza e di capacità di lettura del gioco e di coinvolgimento. I ragazzi sono cresciuti di partita in partita e tuttora stanno crescendo. Noi non dobbiamo porci limiti, ma dobbiamo guardare una partita alla volta come abbiamo sempre fatto. Alla fine dove arriveremo non lo so, non mi pongo limiti né illusioni, ma voglio giocarmela, voglio che i ragazzi capiscano che abbiamo un’opportunità e che questa opportunità deve essere cavalcata al 1000 per 1000”.
LORENZO DALPOZZO
Wolly: Ciao Lollo, tu sai la stima che nutro nei tuoi confronti, ci conosciamo da tanti anni. Vorrei sapere che effetto ti fa indossare ancora la maglia della Virtus Imola anche in serie B, dopo averla indossata a partire dalla serie D? Avresti mai pensato di poter disputare un derby in serie B?
Lorenzo Dalpozzo: “Ciao Wolly, sai il legame che ho verso questi colori, d’altronde sei stato il mio primo direttore sportivo in serie D alla Virtus. Una stagione conclusa con una salvezza ai play out con il grande Renato Xella. Mai avrei pensato di arrivare in serie B sempre con la medesima Società; ne è passata di acqua sotto i ponti. Il derby è stata la ciliegina sulla torta, un onore per tutti i ragazzi che sono scesi in campo, un privilegio per noi imolesi (io, Morris e Nunzio), uno spettacolo che i tifosi meritavano e un evento imperdibile per la città!”
Geppo: Visto che sei il più vecchio di tutti, avresti mai pensato di arrivare con questa Società a questi traguardi fin dall’inizio?
Lorenzo Dalpozzo: “Ciao Geppo, assolutamente no, anche se la Virtus è una Società organizzata e strutturata, che ha sempre puntato ad ottenere il massimo. Sicuramente c’era la consapevolezza di poter costruire qualcosa di grande”.
MILOS MILOVANOVIC
Fiore: Milos ti vedo molto ben inserito nel gruppo, ti fai sempre trovare pronto quando il coach ti chiama per me sei un grande uomo squadra! Confermi queste mie sensazioni?
Milos Milovanovic: “Si, da sempre sono stato un uomo squadra a cui piace stare in un bel gruppo, motivato e con le idee chiare. E di conseguenza è ancora più facile essere sempre pronti quando il campo chiama”.
Baro: Durante questa stagione la rivalità tra le due squadre di Imola dà più pressione o più carica a te e al gruppo della Virtus?
Milos Milovanovic: “Sicuramente aver atteso e contato i giorni per potersi affrontare è stato energizzante e ha caricato tutta la squadra. Ora siamo concentrati sulle altre partite e contiamo di nuovo i giorni per la gara di ritorno”.
CLAUDIO TOMMASINI
Pacia: Tomma, un pubblico così appassionato e caldo dove lo hai trovato nelle tue precedenti esperienze anche in categoria superiore?
Claudio Tommasini: “Nella mia carriera ho avuto la fortuna di giocare per pubblici estremamente caldi e presenti per la squadra, ma la differenza che noto e che mi piace moltissimo qui ad Imola, è che oltre a calore e passione il nostro pubblico è come se fosse parte di qualcosa, come se fosse una famiglia e questo per una squadra così giovane è fondamentale!”
Lep sr: Vorrei chiederti cosa ti ha spinto a scegliere la Virtus Imola in questa stagione da neopromossa?
Claudio Tommasini: “Ho scelto immediatamente Imola per il clima, l’organizzazione e il gruppo di ragazzi! Dopo due allenamenti era come se fossi sempre stato in spogliatoio! Diciamo che non ho avuto alcun dubbio: è stata solo questione di accordarmi con la Società e il gioco era fatto! Ad oggi sono felice di aver fatto questa scelta! Era proprio quello di cui avevo bisogno”.
EDOARDO RONCA
Falco: Cosa ti aspetti da questa nuova avventura in giallonero?
Edoardo Ronca: “Mi piacerebbe arrivare con la squadra almeno ai playoff: sarebbe un grosso traguardo come primo anno in B. Una bella soddisfazione”.
Gara: Cosa ti ha portato a scegliere la Virtus?
Edoardo Ronca: “La Virtus Imola è una squadra “giovane” e in evoluzione con tanta voglia di fare; io mi sento così e spero di avere l’opportunità di dimostrarlo in campo”.
BORISLAV MLADENOV
Pacia: Bobby, ti è mai capitato di entrar nel cuore dei tifosi e sentirti così bene con tutto l’ambiente come ad Imola?
“No, non mi è mai capitato, perché non ho mai visto un pubblico del genere come quello della Virtus: i tifosi sono straordinari. In questo ambiente mi sento molto bene, perché quando gioco tutti vedono come rispondo a loro, con la loro energia che offrono a me”.
Minga: Bobby, come mai la scelta del numero “0”? Ti ispiri a un giocatore del passato o del presente per il tuo stile di gioco?
“Ho scelto il numero zero perché mi piace ricordare la storia di Gilbert Arenas, il cestista statunitense che fu nominato per tre volte NBA All-Star e che fu scelto nel draft del 2001. Arenas era uno di quei giocatori che giocava, segnava e faceva il suo lavoro in maniera incredibile, ma all’inizio della sua carriera in tanti non credevano in lui e un suo allenatore gli disse che avrebbe giocato “0 minutes in NBA”. Ma lui aveva talento ed è diventato un grande”.
TANTI AUGURI
VIRTUS IMOLA
2022/2023
Si ringraziano i tifosi dell’Armata Giallonera, i giocatori, lo staff tecnico e la dirigenza della Virtus Imola!!!